Spesso San Cristoforo è raffigurato in modo molto simile all’iconografia pagana di Ercole che trasporta Eros (ma non solo). Ha poi qualche parentela con l’Uomo selvatico, personaggio noto agli antropologi e presente anche nelle leggende della Val di Fassa. Insomma, un santo paganeggiante.
Forse è nato proprio per questo, cioè dalla cristianizzazione dei culti pagani? E paradossalmente il culto è morto per lo stesso motivo, appunto perché troppo paganeggiante. Il Concilio di Trento cercò di porre un freno al culto di questo santo, con risultati scadenti. Non piacciono ai padri tridentini quegli aspetti di religiosità popolare, sospettati di superstizione: in particolare, l’idea che lo sguardo al santo di prima mattina liberi il fedele per tutto il giorno dalla morte fulminea, protegga dalla peste e da altri eventi luttuosi.
Ecco, allora, grandi, grandissimi affreschi che raffigurano il santo in luoghi visibili a tutti, luoghi di passaggio, magari nella parte alta del paese o nella piazza principale.
Ne vuoi sapere di più?
Nella playlist Sulle spalle di san Cristoforo, la risposta a queste e a molte altre domande sul nostro santo.