Il romanzo NO VE DESMENTION

“No ve desmention” (non vi dimentichiamo, in lingua ladina) è un romanzo che – attraverso fatti reali – si dipana lungo un secolo tra Auschwitz sulle tracce di Primo Levi e la Val di Fassa sulle tracce dell’ufficiale austroungarico ebreo Richard Löwy , tra le due guerre mondiali e oggi. Quasi una metafora della lotta senza fine tra male e bene, civiltà e barbarie, poesia e orrore. La memoria di una anziana, che si fa racconto tra «Scarpazi» e Dolomiti, ricama il fine tessuto della Storia, riportandoci a un tempo che abbiamo il dovere di non dimenticare. (dalla quarta di copertina)

Chiara Iotti sceglie un titolo in lingua ladina, “No ve desmention”,  a sottolineare il suo amore per la Val di Fassa, e dedica il lavoro alla figura di Richard Löwy, militare dell’esercito austro-ungarico in pericolo di vita per le persecuzioni dell’Olocausto, e soprattutto ai cittadini della valle che fecero ogni sforzo per salvarlo. Richard Löwy, che durante la Grande Guerra compì molte opere di beneficenza in Trentino facendosi ben volere dalla popolazione locale, tanto da ricevere la cittadinanza onoraria del comune di Moena, dopo l’invasione nazista dell’Austria tornò nella cittadina trentina, dove trovò rifugio con tutta la famiglia. Ma la situazione peggiorò velocemente sino ad arrivare al suo arresto nel 1940, in seguito al quale rimase in Trentino in residenza coatta fino al 1944, data in cui venne poi catturato e condotto nel campo di sterminio di Auschwitz.(da http://www.dislivelli.eu/blog/no-ve-desmention.html)

Ho finito di leggere questo libro da qualche giorno, ma ho avuto bisogno di tempo prima di scriverne. La vicenda narrata mi ha molto coinvolta, per diverse ragioni: la Storia come ricerca di sé e dei legami che indubbiamente abbiamo con il passato; le Montagne e quella valle in particolare ( che conosco per via delle mie peregrinazioni montane), in cui il lettore è condotto con grande capacità evocativa; i Sentimenti che tracciano la via. Pur così intensa e tragica, la vicenda è portatrice di un messaggio di speranza, il bene emerge con tutta la sua forza anche nei momenti più disperati. Sono i ‘giusti’ che l’autrice indaga con delicatezza, le loro intimità a traghettarci fuori dall’orrore. Li ho sentiti vicini, vivi, coloro che scelgono il bene, Löwy prima, i valligiani poi. Le due guerre, la Shoah, il parallelo con Primo Levi la cui somiglianza con Löwy è evidente; ecco che ogni pagina è un rivolo che si riversa nel grande flusso della storia umana restituendocene un frammento. Ricciaspersa

Una storia iniziata più di cento anni fa, ma che letta ai giorni nostri mostra un’inaspettata attualità anche oggi: parliamo di NO VE DESMENTION – Richard Löwy e i ‘giusti’ della Val di Fassa – opera prima di Chiara Iotti. Già queste poche, iniziali righe contengono un intero mondo. Innanzitutto, l’uso di una lingua antica come il ladino, tuttora parlato in alcune tra le numerose vallate trentine, venete e friulane. Il titolo, come si può intuire, significa ‘Non vi dimenticheremo’, e l’ambientazione è la Val di Fassa in provincia di Trento. L’uso della lingua locale, che travalica i confini amministrativi e nazionali, è di per sé stesso creatore di comunità. Uomini e donne di diversa provenienza – italiani e austriaci, che parlano italiano e tedesco, si riconoscono nella parlata ladina, e attraverso questa annullano le reciproche diversità.  Poi: i tempi. Il racconto narra le vicende di persone nate negli ultimi decenni dell’Ottocento, prosegue tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, si spegne con la morte dei vari protagonisti negli anni successivi ma rinasce con il nuovo millennio, grazie al lavoro di ricerca e memoria dell’autrice. Un accavallarsi di almeno quattro diverse generazioni, esistenze che hanno attraversato più di un secolo e nello specifico il Novecento, quello delle immani tragedie.  E ancora: il cognome Löwy, originario della Mitteleuropa, che richiama sia il leone (löwe in tedesco), sia – ma solo sul piano fonetico – il diffusissimo Levi, di tipica provenienza ebraica. Il protagonista, in effetti, è ebreo, ma trascorre la sua vita in una realtà prevalentemente cristiana senza alcuna contrapposizione, finché verrà anche lui travolto dalla follia nazista.  Infine: la memoria delle guerre e delle loro tragedie. Il ‘non dimenticare’ non è solo puro esercizio accademico, ma necessità vitale per il presente e per il futuro che ci attende. Il romanzo scorre con l’incalzante rimbombo dei cannoni di sottofondo, che si fa parte stessa della narrazione; un passato che speravamo concluso, ma che vicende recentissime hanno purtroppo richiamato in essere e che si spera non deflagrino in un terzo e devastante conflitto internazionale.  Molti temi, dunque, proposti attraverso l’utilizzo di un italiano forbito ed elegante e pur tuttavia così familiare, riconoscibile nei racconti degli anziani e nei loro ricordi. Una miscela di storie minute, rigorosamente con la ‘esse’ minuscola, che confluiscono e innervano la Storia con la maiuscola, il fluire delle vicende umane che si fa memoria collettiva. Richard Löwy non è stato un eroe, bensì un ‘Giusto’, ovvero un uomo che ha vissuto con rettitudine e coscienza nei confronti di altri uomini e donne, come lui finiti nel tritacarne dell’orrore. Boemo di nascita, austriaco per formazione, ingegnere di professione e in seguito ufficiale austro-ungarico, si è battuto per la giustizia, senza operare distinzioni di nazionalità, lingua o religione. Il Comune di Moena, in ricordo del suo operato, gli ha conferito la cittadinanza onoraria oltre che dedicargli la via centrale del paese e un parco.  Il romanzo di Chiara Iotti, docente lombarda appassionata di storia e innamorata della Val di Fassa, incentrato su questa figura di ‘Giusto’ scorre rapido e suscita autentiche emozioni, soprattutto nelle parti più buie, quando le ombre scure del male sembrano prevalere sulla luce della solidarietà umana. E con un’eco lontana di artiglieria che, come dopo le guerre mondiali, tutti speriamo si plachi quanto prima. (da https://robertorobert59.blogspot.com/2022/04/ve-desmention-richard-lowy-e-i-giusti.html)

Tracce online del mio libro

TRaiL – 29/01/2020

La Rai di Bolzano in lingua ladina alla presentazione del libro alla Mostra Gran Vera di Moena

Tv Ladina – PEDIES #241 09/02/2020

Nel settimanale di approfondimento delle notizie della Val di Fassa PEDIES

moena.it – 28/08/2020

Moena.it mi ha intervistato

Giorno della Memoria 2021 Il sindaco e l’assessore alla Cultura di Gorla Maggiore mi hanno invitato a presentare il mio romanzo a piccoli e grandi, la mattina all’Istituto Comprensivo MORO (Solbiate Olona-Gorla Maggiore), la sera alla cittadinanza

#telaracconto

Laura Orsolini mi ha invitato a presentare il mio romanzo

Recensioni – Priuli e Verlucca

Sul sito della mia casa editrice, è possibile trovare le recensioni del libro

ho incontrato i miei lettori

  • 27/1/2020 Val di Fassa: Scola Ladina e Mostra Gran Vera
  • 1/2/2020 Busto Arsizio Bustolibri.com
  • 27/1/2021 Gorla Minore e Solbiate Olona
  • 7/3/2021 Tesero: Radio Fiemme 104
  • 19/4/2021 Canazei: Radio Studio Record
  • 10/8/2021 Cavalese: Biblioteca di Cavalese
  • 17/8/2021 Nova Levante: Biblioteca di Nova Levante
  • 19/8/2021 Canazei: Biblioteca di Canazei
  • 21/6/2022 Busto Arsizio: Biblioteca di Busto Arsizio
  • 26/1/2023 Somma Lombardo: Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci


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