
TAMION DI VIGO DI FASSA
‘C’è qualcuno che va a dire una preghiera su quelle fosse?’: padre Frumenzio Ghetta ricordava bene queste tristi parole che la nonna, Maria Depaul Weiss, rivolgeva alla luna.
Aveva perso due figli in guerra, in Galizia, Ludovico nel 1914 e Giovanni nel 1917, e per tutta la vita aspettò il loro ritorno, come aveva atteso il ritorno degli altri tre figli che avevano combattuto sul fronte austro-russo.

Pensava alle loro tombe, su cui nessuno andava a versare lacrime.
HIJCZE (UCRAINA)
Hijcze è un paesino vicino a Leopoli, oggi in Ucraina; nel 1914 era parte della Galizia, regione appartenente all’Impero austro-ungarico che si estendeva dall’Erzegovina alla Boemia, dal Trentino all’Ucraina.

In un cimitero del paesino di Hijcze riposano molti soldati morti combattendo contro i Russi. Tra questi anche molti Ladini di Fassa. Forse qualcuno piangeva su quelle tombe.

(Leggete questo interessante volumetto che racconta la vicenda dei soldati trentini durante la Prima Guerra Mondiale. Anche in questi video viene spiegata questa storia, davvero poco conosciuta fuori dal Trentino)
Ma noi torniamo a TAMION da Maria: non ha potuto piangere sulle fosse dei suoi figli, allora ha pianto sulla fossa di altri soldati morti, caduti durante la stessa guerra, sulle cime delle Dolomiti. Pensava alle mamme di quei soldati che provavano la sua stessa pena e andava a pregare sulle tombe di quei poveri ragazzi morti lì, senza che nessuna madre potesse piangerli sulla tomba.

La preghiera di una mamma, Maria, tendeva un capo di un filo verso un luogo lontano e lì, forse, un’altra mamma prendeva quel filo.

Ho tratto le fotografie e le informazioni dal volume di GHETTA padre FRUMENZIO, Il Cimitero Militare austro-ungarico di Santa Giuliana a Vigo di Fassa, Persico Edizioni, 1995