
Nelle sue memorie biografiche Michele Croce scrive:
Mi pare ancora di vedere la maestra Parolota che correva avanti e indietro, tutta agitata, per mettere al sicuro i Löwy, una famiglia ebrea che abitava presso la casa del Buro. Inizialmente si rifugiarono nella nostra baita a Ronchi, che però era piuttosto malridotta e senza fonti d’acqua vicine. Se non sbaglio in seguito andarono a stare a Soraga dopodiché, povera gente, furono catturati dai tedeschi e deportati nei campi di concentramento. Non si sa che fine abbiano fatto quei poveri disgraziati.

Insieme alla zia Rosina, è stato anche lui uno dei giusti della Val di Fassa.
Rosina è citata come amica di Richard Löwy già in una lettera del 1941 e fu vicino ai quattro fino alla fine.