Anche i cittadini di Garzano di Civezzano, presso Pergine Valsugana, ebbero il loro Richard Löwy.
La famiglia Caliò (formata da Bernardo, violinista, Käthe Perlberg nata a Vienna da una famiglia borghese ebraica e la figlioletta Anna) si presenta come sfollata da Torino e trova, dal 1940 al 1946, residenza appartata e sicura a Garzano di Civezzano. Qui gli abitanti del paese li aiutano. Nasce la seconda figlia Tea nel 1943: chi si reca a trovare la famiglia Caliò, trova la piccola Tea adagiata nel fondo di una valigia che le fa da culla. Probabilmente in paese si sa che Käthe è ebrea, ma nessuno rompe il silenzio e il podestà Lazzari non segnala alle autorità naziste (che governano direttamente il Trentino dal 1943) alcuna presenza ebraica. Così si salvano.
Nel 2014 Eva torna a Civezzano, per ringraziare quei giusti sconosciuti ai più che salvarono lei e la sua famiglia.

Nel 2018 è stata posta una lapide sulla casa in cui sono stati nascosti.
In questa casa trovò rifugio dal 1940 al 1946 Käthe Perlberg con la sua famiglia, protetta e aiutata dagli abitanti della frazione; si salvò dalla furia nazista. Per non dimenticare. Il Comune di Civezzano 2018
Anche questa storia è stata raccontata da Maria Luisa Crosina nel suo libro Le storie ritrovate. Ebrei nella provincia di Trento 1938-1945.
Non fu possibile questo per i Löwy-Riesenfeld, nonostante tutti i tentativi degli amici fassani: arrivarono in valle già schedati, tanto che finirono nei campi di internamento del Sud Italia già nel 1940. La loro presenza era conosciuta alle autorità: forse Richard si sentiva al sicuro (e per questo continuò a scrivere alle autorità) anche per i meriti di guerra (come Arturo Cassin, poi rastrellato ad Arco) e per quella cittadinanza onoraria. Forse ci fu anche una delazione (almeno così dicono in paese).