Cominciamo la storia dal dopo: 1948 a Moena una bella statua di ghiaccio rappresentante un ‘Prigioniero russo’ sta in mezzo a Piazza Ramon.
Sono stati gli alunni della Scuola d’Arte di Pozza a scolpirla per accogliere i reduci dalla Campagna di Russia. No, non la tremenda Campagna di Russia del 1941, ma la guerra austro-russa della Prima guerra mondiale.

Organizzatore del raduno è Vigilio Croce Fantinel (classe 1887): lui è stato in prima linea e poi in prigione a lungo in Russia.

Partito come soldato nell’Esercito Austroungarico allo scoppio della guerra, combattè presso Leopoli e venne preso prigioniero. Spostato da Kiev a Cracov e a Tambov, giunse infine nel campo di prigionia di Kirsanov.

Che cosa fare di questi prigionieri? Erano austroungarici, ma di lingua italiana e le loro terre erano oggetto di rivendicazioni italiane (e l’Italia, dal 24 maggio 1915, era parte in campo). Quasi nessun fassano aveva simpatie filoitaliane, certo, ma il Trentino sarebbe diventato italiano, se l’Italia avesse vinto. Quegli uomini erano contemporaneamente amici e nemici. Futuri italiani, forse, quindi alleati dei Russi, ma intanto soldati prigionieri austroungarici, nemici. Come fare?
Una contessa organizzò il rientro dei prigionieri trentini: si chiamava Gemma di Gresti Guerrieri Gonzaga.
Il viaggio di ritorno fu assai avventuroso.
Il 13 agosto 1916 salirono su un treno che li portò sul Mar Bianco ad Arcangelo: durante la lunghissima traversata, giunse la notizia che il bastimento inglese che doveva portarli a casa era in avaria.
Esito diverso ebbe il trasporto del 14 settembre 1916. Ecco le tappe avventurose del viaggio:
- in treno fino a Arcangelo
- in bastimento: Capo Nord, isole Faer Oer, Glasgow, Oxford, Southampton, Dover, Calais
- in treno: Lione, Chambery, Modane e Torino
Incredibile, vero? 8000 chilometri!!!
A Torino Vigilio lavorò come orologiaio e tornò a Moena nel Natale del 1918.
Trent’anni dopo, il ritrovo degli ex prigionieri a Moena.

Fotografie ed informazioni sono tratte dalle memorie biografiche di Michele Croce “Me recorde che… e se volede ve conte” a cura del Grop Ladin da Moena, 2012: pagine interessantissime, piene zeppe di aneddoti della lunga vita di Michele Croce. Grazie a Massimo Croce che mi ha regalato questo libro!
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