Hedwik Katz, madre di Richard Löwy, è nata nel 1865 in Boemia in una famiglia ebraica (di cui Giorgio Jellici, nel suo bellissimo libro biografico su Richard, racconta le vicende).
Come la sua storia si incrocia con la Val di Fassa?
Nel 1939, insieme alla figlia Martha e al cognato Hermann Riesenfeld, arriva a Moena in cerca di un rifugio: a Vienna essere ebreo è diventato davvero molto pericoloso. Hedwig è già anziana: ha già 74 anni. Lasciare Vienna, dove vive da cinquant’anni, non è facile, ma non c’è molta scelta.
Appena arrivata a Moena, donne e uomini del posto si prodigano per trovare un posto anche per lei tra le montagne. La nutrono, la accolgono anche quando suo figlio Richard e il genero Hermann finiscono in campi di internamento nel Sud Italia.

Struggenti le lettere che scrive al figlio. Lo vorrebbe vedere, ma sente che la vita la sta abbandonando. Raimonda e Chiara, due donne di Soraga, le stanno vicino, aiutandola a scrivere in italiano, lingua che lei non conosce bene ed è costretta ad usare perché le lettere non siano fermate dalla censura. La maestra Valeria Jellici la sostiene; il Micelin de Fronz la ospita; il parroco del paese la ascolta e la consola. Sono solo alcuni dei giusti della Val di Fassa. Edwige è molto malata.
16 febbraio 1941: Hedwige Katz, madre di Richard e di Martha Löwy, muore a Soraga. Battezzata in fin di vita, viene sepolta con il nome di Maria Immacolata nel piccolo cimitero dove riposa all’ombra delle montagne. Unica della famiglia a morire di morte naturale, esala l’ultimo respiro nelle braccia di Martha, mentre Richard è lontano, nel campo di internamento di Petrella Tifernina. Richard otterrà il permesso di tornare a Moena solo il 18 febbraio.

Ancora oggi, nel cimitero di Soraga, riposa all’ombra delle montagne.

(le fotografie sono tratte dalla Mostra Richard Löwy, un ebreo a Moena, a cura di Giorgio Jellici, presso la Mostra Gran Vera di Moena; l’ultima foto è personale)
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