La mamma di Maria Giovanna Iellici, autrice di questa bella fotografia, diceva della cima che svetta su Moena: “Il Piz Meda piange”. Ho ritrovato quel pianto nelle parole della poetessa Antonia Pozzi.
E poi quell’azzurro fiorire di nontiscordardimé …
Antonia Pozzi, DOLOMITI
Non monti, anime di monti sono
queste pallide guglie, irrigidite
in volontà d’ascesa. E noi strisciamo
sull’ignota fermezza: a palmo a palmo,
con l’arcuata tensione delle dita,
con la piatta aderenza delle membra,
guadagnamo la roccia; con la fame
dei predatori, issiamo sulla pietra
il nostro corpo molle; ebbri d’immenso,
inalberiamo sopra l’irta vetta
la nostra fragilezza ardente. In basso,
la roccia dura piange. Dalle nere,
profonde crepe, cola un freddo pianto
di gocce chiare: e subito sparisce
sotto i massi franati. Ma, lì intorno,
un azzurro fiorire di miosotidi
tradisce l’umidore ed un remoto
lamento s’ode, ch’è come il singhiozzo
rattenuto, incessante, della terra.( Madonna di Campiglio 13 Agosto 1929 )